Palazzo Vernazza rappresenta “la casa palazzata più antica e più bella della città di Lecce” (C. De Giorgi). Il Palazzo cinquecentesco è posto in Vico Vernazza, nei pressi della Chiesa di San Matteo e si affaccia su piazza Pellegrino. Sebbene la struttura, nel suo complesso, venga datata nel Cinquecento, guardandola attentamente si possono notare delle peculiarità risalenti ad epoche differenti tra loro. Nella parte centrale del palazzo sorge un torrione risalente, probabilmente, ad un’epoca più lontana e medievale, il tutto avvolto da elementi tipici di un’epoca più tarda, il che regala all’opera un aspetto maggiormente signorile, distaccandosi dai canoni propri delle fortezze.
Ma la vera meraviglia si cela nel piano interrato, al quale oggi è possibile accedere attraverso una scalinata: il tempio di Iside. La divinità, di origini egizie, venne introdotta tra i culti venerati anche in Italia dopo che i Romani conquistarono l’Egitto. Per molto tempo la presenza di questo antichissimo tempio è stata solo ipotizzata, facendo tesoro di quanto narrato in alcuni testi antichi che raccontavano di mercanti che si recavano a Lupiae (Lecce) per portare un dono alla dea, in cambio di fecondità e maternità, ma solo con i lavori di restauro questa leggenda è divenuta realtà. Altro interessante ritrovamento fatto nelle viscere di Palazzo Vernazza è il Purgatorium, battistero pagano contenente acqua per la purificazione del corpo, necessaria per poi accedere al Santuario.
L’intervento di restauro prevedeva il consolidamento strutturale e statico dell’edificio, effettuando lavori sulle murature fortemente degradate; sono state effettuate delicate operazioni di scuci-cuci delle zone fortemente ammalorate e i conci ormai irrecuperabili sono stati sostituiti. In alcuni casi sono stati ripristinati i coronamenti ed altri elementi architettonici, nel rispetto dell’originaria configurazione e la messa in evidenza del nuovo rispetto al vecchio.
Particolare cura è stata posta verso il trattamento delle superfici murarie interne ed esterne realizzate in pietra leccese a facciavista. Il consolidamento strutturale si è rilevato molto impegnativo, poiché durante gli scavi sono stati rinvenuti pozzi e cisterne; non sono state, però, rinvenute le fondazioni di tutta una parte del manufatto, probabilmente mai realizzate. A tal proposito, è stata prevista la posa in opera di micropali al fine di sostenere il manufatto stesso. Infine, il restauro si conclude con la realizzazione di impianti tecnologici avanzati, data anche la futura destinazione d’uso dell’immobile quale Centro permanente di documentazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio Euro-Mediterraneo.