Il palazzo Lancellotti di Durazzo, con annessi cortile, giardino, accessori e dipendenze, nel tempo ha subito notevoli modifiche e trasformazioni rispetto all’impianto originario, soprattutto a seguito delle variazioni di proprietà. Esso è caratterizzato da una corte aperta, con piazzale anteriore e giardino murato posteriore concluso da belvedere. Sull’ampio piazzale anteriore, vi è la facciata principale del palazzo, di gusto barocco molto semplice che si sviluppa per una lunghezza di circa 40 m. La facciata principale esterna si presenta molto rimaneggiata rispetto a quella interna a causa delle trasformazioni in abitazione degli ambenti posti al Piano Terra, pur conservando ancora una equilibrata scansione. La ritmica successione delle bucature, che al primo piano diventano alternativamente finestre e balconi, è spezzata dall’ imponente portale di ingresso in piperno.
Quando Bartolo Rendina comprò nel 1534 il feudo di Licignano, questi era solo un piccolo villaggio contadino. La nobile famiglia amministrò il casale dal 1534 al 1666 e probabilmente fu durante la fine del 1500 che si diede inizio all’edificazione della residenza padronale, che sarebbe divenuto il palazzo baronale. In origine l’edificio era una masseria fortificata in cui avveniva la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli coltivati dai braccianti locali e rimase tale fino al passaggio del feudo di Licignano alla nobile famiglia Salerno. Fu, infatti, nel 1780, ad opera del duca Gennaro Maria Salerno, che si conferì nuovo splendore al complesso. I lavori furono affidati nel 1774 all’architetto Salvatore Lanzetta che trasformò la masseria nel vero e proprio palazzo.
Nell’ ‘800 l’intero casale insieme alla residenza, passò prima alla famiglia del Balzo di Presenzano, poi agli Anfora e infine ai Lancellotti Durazzo, i quali furono testimoni degli ultimi anni di splendore dell’edificio. Da quel momento il palazzo divenne il “Palazzo del Principe”.
In seguito all’Unità d’Italia, il declino della nobiltà nazionale portò i Lancellotti a vendere progressivamente le proprietà e a frazionarne il palazzo. Da quel momento iniziò processo di decadimento e di abbandono dell’edificio.
L’intervento di restauro ha riguardato la sistemazione e la riqualificazione dell’intero manufatto e della corte interna attraverso il consolidamento statico; il ripristino delle coperture; la realizzazione di nuovi elementi strutturali, finiture interne ed esterne; infine sono stati installati nuovi impianti. L’obiettivo è stato quello di creare un “POLO DI ECCELLENZA” nel settore della cultura, dell’arte, dell’artigianato, con ubicazione della “Fondazione Lancellotti”.