Stazione Appaltante
Ministero della Cultura. Direzione Regionale Musei Campania
Oggetto dei lavori
Lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza della copertura della chiesa della Certosa di San Martino, Napoli
Periodo di esecuzione
2022

Museo e Certosa di San Martino - Napoli

Descrizione intervento

La Certosa di San Martino fu fondata nel 1325, dall’architetto e scultore senese Tino di Camaino. Nell’arco di cinque secoli, la Certosa fu interessata da costanti rinnovamenti: nel 1581, si avvia un grandioso progetto di ampliamento, affidato all'architetto Giovanni Antonio Dosio, destinato a trasformarne il severo aspetto gotico nell'attuale preziosa e raffinata veste barocca; infatti, dell’impianto originario gotico, restano soltanto i grandiosi sotterranei. Il crescente numero dei monaci impose una radicale ristrutturazione del Chiostro Grande: si realizzarono nuove celle e fu rivisto l'intero sistema idrico. I lavori avviati sotto la direzione di Dosio, vengono proseguiti da Giovan Giacomo di Conforto, che realizzerà la monumentale cisterna del chiostro, e poi da Cosimo Fanzago. L'opera di Fanzago si caratterizza per una straordinaria attività decorativa, trasforma le tradizionali decorazioni geometriche in apparati composti da fogliami, frutti, volute stilizzate, cui gli effetti cromatici e volumetrici, conferiscono un carattere di realismo e sensualità eccezionali.

Intorno al 1723, al regio Ingegnere e architetto della Certosa Andrea Canale subentra il figlio Nicola Tagliacozzi Canale, più noto come incisore e creatore di apparati scenici. Partecipe di quella densa e fervente espressione artistica che va sotto il nome di Rococò e che si manifesta con una perfetta sintesi tra pittura, scultura e architettura. Il complesso, durante la rivoluzione del 1799, subisce danni ed è addirittura occupato dai francesi. Revocata la soppressione, i monaci rientrano a San Martino nel 1804, ma quando abbandonano la Certosa, il complesso viene utilizzato dai militari come Casa degli Invalidi di Guerra, fino al 1831, quando viene nuovamente abbandonato. Nel 1836 un esiguo gruppo di monaci torna a stabilirsi a San Martino per riuscirne poi definitivamente.

Soppressi gli Ordini religiosi e divenuta proprietà dello Stato, la Certosa viene destinata nel 1866 a museo per volontà di Giuseppe Fiorelli, annessa al Museo Nazionale come sezione staccata ed aperta al pubblico nel 1867. I lavori di somma urgenza hanno riguardato la messa in sicurezza di una porzione della copertura compresa tra due capriate, crollata sul sottostante calpestio del sottotetto a causa della corrosione dell’anima dei travetti. I lavori prevedono, innanzitutto, una rimozione delle macerie derivate dal crollo e una cerchiatura provvisionale dello squarcio presente sulla copertura. L’intervento si conclude con la realizzazione di una pannellatura, in modo da consentire il deflusso, senza infiltrazione, delle acque piovane.

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