L’area del centro storico di Lecce è interessata dalla presenza di un circuito murario che sin dal IV – III sec. a.C. ha caratterizzato e condizionato il tessuto urbano della città. Alla fine del XV secolo, i Turchi avevano saccheggiato varie città costiere, le quali si spopolavano a causa della posizione poco sicura. Carlo V d’Asburgo, a fronte del pericolo di invasione da parte dell’impero ottomano, avviò delle opere di adeguamento per le strutture difensive delle città del Regno. L’incarico di ispezionare le fortificazioni esistenti fu dato a Don Pedro de Toledo, viceré del Regno di Napoli.
Era il 1539 quando giunse l'ordine imperiale di dotare Lecce, riconosciuta metropoli della Regione, di un moderno sistema bastionato, per il quale fu incaricato Gian Giacomo dell'Acaya. La cinta fortificata è costituita da una struttura muraria megalitica con caratteristiche proprie delle “fortificazioni alla moderna” realizzata con la tecnica costruttiva a secco, già largamente in uso dall’età romana. L’addizione cinquecentesca determina al limite nord della fortificazione la creazione del doppio bastione con tipica forma a tanaglia che costituisce l’aggressivo avamposto di tutto l’impianto della fortificazione.
All’interno, il manufatto ha subito delle trasformazioni dovute all’interconnessione con l’adiacente ex convento dei Francescani, mentre all’esterno conserva la sua configurazione originaria e costituisce, a livello di impatto visivo, elemento di grandezza e magnificenza dell’originario recinto fortificato della città. L’intervento di restauro e recupero funzionale si articola in un insieme di opere necessarie per garantire la conservazione nel tempo dell’importante monumento cittadino e per consentirne l’accessibilità ai fini della pubblica fruizione. Sono, pertanto, state realizzate opere di restauro e consolidamento statico delle strutture murarie degradate, molte delle quali avevano perso la loro consistenza materica e gli originari equilibri statici. Inoltre, sono state realizzate dotazioni impiantistiche e opere di collegamento necessarie per un percorso di visita turistico-culturale.
Fondamentale nella conduzione dei lavori è stata la presenza continuativa degli archeologi che hanno indagato non solo le unità stratigrafiche emerse nel corso degli scavi, ma anche i segni presenti sulle strutture murarie in elevato, consentendo il conseguimento di un risultato che ridisegna “dal vero” la storia dello sviluppo urbanistico della città. Il Progetto Mura, poi diventato il Cantiere Mura, e dopo gli allestimenti l’Esperienza Mura: un racconto che mira a coinvolgere anche emotivamente i visitatori, ai quali si farà conoscere in maniera coinvolgente un significativo pezzo di storia del territorio.