Anticamente chiamato Amphitheatrum Flavium, fu progettato come arena di spettacoli per contenere un numero di spettatori compreso fra i 50mila e i 75mila. La sua edificazione fu voluta per ordine di Vespasiano nel 72 e l'anfiteatro fu inaugurato 8 anni dopo, sotto il regno di Tito. Originariamente aveva un'altezza di 52 metri per una superficie interna di oltre 3300 mq.
La sua pianta e l'architettura esterna sono chiaramente ispirati allo stile imperiale molto in voga in quel secolo. Si tratta di un piccolo capolavoro di architettura basata su un complesso sistema di architravi davvero innovativo per l'epoca. Le sue dimensioni erano così imponenti tanto da meritargli nel medioevo l'appellativo di Colosseo, traducibile con colossale, che si riferiva alla sua imponenza. Al di sotto dell'arena dei combattimenti fu realizzato un complesso sistema di corridoi e di stanze per ospitare i protagonisti degli spettacoli che venivano messi in scena.
Nei secoli, il Colosseo soffrì danni prodotti dai frequenti terremoti e dai movimenti di assestamento del terreno, prosciugato al momento della sua edificazione. Il monumento venne, inoltre, sfruttato a lungo come cava per recuperarne materiali edili e metallo. Solo alcuni decenni dopo, a metà del sec. XVIII, papa Benedetto XIV decise di consacrare il monumento alla memoria dei martiri cristiani e vi collocò le edicole della Via Crucis. Fu questa iniziativa pontificia a porre fine progressivamente alla demolizione del Colosseo, trasformandolo con il tempo in un reperto di grande interesse per la nascente disciplina archeologica. Dopo l’ennesimo terremoto del 1806, all’architetto Stern venne affidato il compito di intervenire sulla parte orientale della struttura: egli non cancellò i segni del tempo e del degrado subito dal monumento, murando le arcate pericolanti con mattoni, che ancora oggi svolgono la funzione di immobilizzare i conci lapidei nella loro posizione di dissesto.
Qualche anno dopo il lavoro di Stern, l’intervento di Valadier sul fronte occidentale raggiunse esiti molto diversi: fece costruire un contrafforte in mattoni e travertino e ricostruire per analogia alcune delle arcate crollate, in numero decrescente a partire dal basso, secondo modalità che vorrebbero rendere lo sperone perfettamente mimetico con le parti originali dell’edificio. L’intervento di manutenzione ordinaria del complesso Monumentale del Colosseo ha previsto l’adeguamento alle norme di sicurezza delle opere in ferro e la messa in sicurezza dei prospetti Nord e Sud. Di notevole importanza, è stato l’intervento eseguito sul fornice 31 attraverso l’installazione di opere provvisionali, la realizzazione di coperture, la messa in sicurezza mediante opere di puntellamento e di consolidamento utilizzando fibre in acciaio.